In special modo per questo caso, le verifiche dell’Agenzia delle Entrate stanno per aumentare. I particolari della delicata situazione.
Si e appena aperta la stagione più importante per i contribuenti italiani, quella della dichiarazione dei redditi che porterà milioni di cittadini a presentare il modello 730 o quello Redditi Persone Fisiche. Quindi massima attenzione alle spese effettuate e a tutto il materiale inerente da allegare.

Detto questo occorre segnalare una rilevante notizia circolata in questi giorni. L’Agenzia delle Entrate sta intensificando i suoi controlli, proprio in concomitanza con il periodo delle dichiarazioni. Questo deve portare i contribuenti all’applicazione rigorosa delle norme per evitare noie e grattacapi, magari semplicemente per errori formali o per documentazione non del tutto regolare. Ma vediamo quali documenti sono oggetto di un’accurata vigilanza da parte del Fisco.
Agenzia delle Entrate, quali documento sotto la lente di ingrandimento
Il Fisco sta rafforzando i controlli soprattutto per le fatture di acquisto per la pertinenza e il nesso delle spese con l’attività effettuata dal contribuente per partite iva, professionisti, piccole e medie imprese. In passato la massima concentrazione delle verifiche fiscali andava verso la fatturazione emessa.

Ora l’approccio sta cambiando, particolare importanza è riservata alle fatture d’acquisto, cioè su quelle ricevute che imprese e professionisti deducono come costi. Assume particolare rilievo la differenza tra costo legittimo e costo fittizio o non pertinente. Ricordiamo che secondo il Testo Unico per le Imposte sui Redditi (TUIR) un costo è deducibile soltanto se inerente all’attività d’impresa, arte o professione. In altre parole il servizio acquistato deve essere collegato con l’esercizio economico svolto.
Acquisto e utilità economica devono essere evidenti per non avere problemi delle verifiche fiscali. Le fatture elettroniche sono incrociate con i profili fiscali del soggetto al centro del controllo. Fatture con descrizioni generiche, oppure costi in mesi in cui i ricavi sono assenti, ripetitività anomala di determinati acquisti non riconducibili all’attività svolta fanno scattare le segnalazioni.
Oltre all’inerenza dell’acquisto deve essere chiara anche la coerenza fiscale con un confronto fra spese dichiarate e spese sostenute. Ad esempio una piccola impresa con fatturato basso che registra alti costi di consulenza fa sicuramente partire gli accertamenti. La fatturazione elettronica favorisce questa attività di controllo sulle compravendite di tutti i soggetti con partita iva.
A questo si uniscono i modelli predittivi di rischio fiscale fondati su indicatori di anomalie e gli indici sintetici di affidabilità fiscale che in base a valori predefiniti valutano i comportamenti fiscali, soprattutto in settori dove il rischio di uso improprio delle fatture è elevato come l’edilizia, la consulenza e i servizi pubblicitari.