Come richiedere l’annullamento del debito all’Agenzia Entrate (e quando si può)

Esaminiamo come procedere in caso di annullamento del debito. Le situazioni nelle quali si può ottenere.

Ricevere una comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione significa il più delle volte che c’è un pagamento da effettuare. da c’è un aspetto importante da ricordare: l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha la funzione di riscuotere la somma dovuta, ma la richiesta vera e propria arriva dall’ente pubblico, ad esempio il Comune, l’INPS, l’Agenzia delle Entrate e così via.

uomo attonito legge documento
Come richiedere l’annullamento del debito all’Agenzia Entrate (e quando si può) – pensioniblog.it

Questa sottolineatura è importante perché chiarisce quali sono i soggetti interessati e qual è la loro posizione. Se una somma risulta, a seguito di controlli dell’amministrazione finanziaria, ancora da pagare, è iscritta al ruolo. In altre parole, è una somma a inserita nell’elenco dei debitori e affidata ad Agenzia delle Entrate Riscossione. Il creditore resta l’ente al quale si deve la somma in questione, mentre l’incarico di recuperala è dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Annullamento del debito Agenzia Entrate: come fare

Nel caso il debitore ritenga che la richiesta di pagamento non sia dovuta, può presentare domanda di annullamento all’ente debitore o un giudice. In alternativa, si presenta richiesta di sospensione della riscossione direttamente all’Agenzia delle Entrate Riscossione che sospende la procedura e fa da tramite con l’ente coinvolto per l’annullamento.

donna prende a pugni debito
Annullamento del debito, come fare – pensioniblog.it

Questo è detto anche sgravio e va presentato all’ente verso cui si è debitori. Un esempio lampante di questa situazione si ha con la TARI (tassa sui rifiuti). Arriva una richiesta di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, ma il contribuente è esentato completamente o parzialmente dal pagarla, la domanda di annullamento del debito va presentata direttamente al Comune.

Questa richiesta da presentare all’ente creditore è denominata autotutela e con questa si chiede all’ente stesso di rimediare a un’esattezza o a un errore. Qualora l’ente accetta l’annullamento, rilevando un proprio errore e annullando il debito, invierà all’Agenzia delle Entrate Riscossione lo sgravio, cioè l’indicazione di annullare il debito. Così facendo il riscossore lo cancellerà dalla cartella del contribuente.

In caso contrario, senza lo sgravio il riscossore è tenuto per legge a procedere. Per la domanda di annullamento non ci sono requisiti temporali, ma occorre agire tempestivamente. In alternativa a questa procedura, si può impugnare il debito davanti a un giudice. Se quest’ultimo accoglie il ricorso del contribuente, l’ente creditore dovrà annullare il debito.

Può anche succedere che l’ente non si adegui alla decisione del giudice. In tal caso di deve presentare un altro ricorso per ottenere che l’ente si adegui alle decisione del tribunale. Si parla in questo caso di giudizio di ottemperanza.

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