Che cosa si prevede nel 2026 per la pensiona anticipata a 64 anni, la riforma da non escludere. Vediamo tutti i particolari.
La discussione sul tema pensioni continua da lungo tempo nel nostri paese. A questo dibattito va seguito una serie di ritocchi e modifiche delle prestazioni esistenti, senza tuttavia cambiamenti definitivi dell’impianto del sistema. La tenuta dei conti pubblici resta un limite invalicabile per ogni riforma.

Quindi gli aumenti derivanti da riforme del sistema previdenziale sono esclusi in partenza, limitando di fatto lo spazio di manovra del legislatore. L’obiettivo è trovare un punto di equilibrio tra sostenibilità economica e flessibilità per i lavoratori. La tendenza è per soluzioni che prevedono un calcolo interamente contributivo dell’assegno, come del resto avviene per chi ha contributi a partire dal 1996, a penalità per chi lascia il lavoro in anticipo.
La prestazione pensionistica prevista per il 2026
Tra le varie idee al vaglio degli esperti un pare avere buoni margini, mantenendo aperta la possibilità di flessibilità in uscita senza compromettere l’equilibrio dei conti pubblici. La proposta di cui parliamo delinea la possibilità di uscita anticipata a 64 anni, ma con la liquidazione parziale dell’assegno, limitata alla sola componente contributiva.

La parte relativa al calcolo retributivo, molto più conveniente per il lavoratore, sarebbe corrisposta solo al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia, cioè a 67 anni. Si parlerebbe quindi di un’uscita anticipata dal lavoro a 64 anni, con penalizzazione temporanea. In questo modo sarebbero garantite sia la flessibilità in uscita per il lavoratore, sia la sostenibilità della spesa per i conti pubblici.
In altre parole verrebbe estesa a chi ha contributi versati prima del 1996, la possibilità di accedere alla pensione anticipata contributiva, prestazione dalla quale erano esclusi questi lavoratori. Secondo i sostenitori di questa riforma lo scopo è modulare il diritto alla pensione in base al principio di equità e sostenibilità.
Quindi la penalizzazione sarebbe temporanea, fino al raggiungimento dell’età pensionabile per il trattamento di vecchiaia, e la misura applicabile già nel 2026. Per alcuni quindi una proposta che tiene conto delle condizioni del mercato del lavoro, delle aspettative di vita e delle esigenze di bilancio. Ma quali sono le caratteristiche della pensione anticipata contributiva, per chi maturato i requisiti nel corso del 2024?
Attualmente è riservata a chi ha contributi versati esclusivamente a partire dal 1996. Almeno 20 anni di contributi, con esclusione di quelli figurativi. L’assegno mensile deve essere pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale e l’importo della pensione non può superare 5 volte il trattamento minimo INPS, fino a 67 anni. Per chi matura i requisiti nel corso del 2025 sono stati innalzati sia la soglia che la contribuzione. Insomma una situazione tutt’altro che chiara.