Abusi edilizi già contestati: cosa potranno fare i Comuni adesso

Una questione delicata cosa cambia per le amministrazione in tema di abusi edilizi. Alcuni dettagli della nuova normativa.

Una delle questioni più dibattute dall’opinione pubblica è quella inerente gli abusi edilizi. Si tratta certamente di una problematica grave che investe la tutela del paesaggio e la lotta al consumo eccessivo del suolo. D’altra parte non si parla solo di degrado ambientale, ma di attività edilizie con impatto molto minore che vanno considerate.

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Abusi edilizi già cointestati: cosa potranno fare i Comuni adesso – pensioniblog.it

Nelle città come nei centri minori la questione coinvolge non soltanto abusi edilizi eclatanti, ma interventi che si collocano a limite della legge, senza avere un impatto determinante sul decoro o sulla destinazione d’uso di un immobile. In questi giorni il tema è scottante anche per le conseguenze di una specifica sentenza del Consiglio di Stato.

Abusi edilizi, cosa decideranno le amministrazioni locali

Con il decreto cosiddetto Salva Casa, il legislatore ha introdotto dei cambiamenti nel Testo unico dell’edilizia (TUE). In linea generale alcuni cambiamenti riguardano la possibilità di sanare alcune infrazioni alle norme, con disposizioni che sistemano alcune difformità di entità non rilevante.

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Abusi edilizi, cosa decideranno le amministrazioni locali – pensioniblog.it

Nel dettaglio rientrano nella nuova casistica del Salva Casa le soglie delle tollerane costruttive innalzate al 4 per cento, o lo stato legittimo di un immobile, il cambio di destinazione d’uso, l’ampliamento dei lavori rientranti nell’edilizia libera, il recupero dei sotto-tetti, la riduzione dei tempi del meccanismo del silenzio assenso.

Tuttavia la sentenza del Consiglio si Stato del 19 febbraio 2025, numero 1394 ha chiarito che il decreto Salva casa non è retroattivo e quindi non può essere applicato a pratiche partite prima della sua entrata in vigore. Così come il silenzio sulla SCIA dell’amministrazione non deve essere interpretato come silenzio assenso, ma come silenzio inadempimento. Per il quale la persona coinvolta per avere una risposta certa deve agire in giudizio.

In questo modo l’amministrazione è obbligata a pronunciarsi sulla richiesta di SCIA nella sanatoria, per controllare se l’intervento edilizio è legittimo e adottare un provvedimento. Dunque da quanto chiarito dal Consiglio di Stato, il Salva Casa non può essere usato per sanare vecchi abusi. Tuttavia i Comuni hanno delle opportunità nuove. Le amministrazioni possono decidere se applicare le nuove regole anche per precedenti abusi edilizi, emanando dei provvedimenti motivati per il riesame della pratica.

Insomma i Comuni possono rivedere in modo autonomo le decisioni già prese, valutando se un vecchio abuso possa rientrare nella nuova sanatoria introdotta dal Salva Casa. Possibilità per le amministrazioni locali quindi di modificare provvedimenti già presi per abusi contestati in passato.

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