Sono partiti numerosi controlli dell’Agenzia delle Entrate sulle partite IVA, quali sono i motivi. Esaminiamo l’urgente tema.
Una delle funzione dell’Agenzia delle Entrate è proprio il controllo e il monitoraggio delle comunicazioni e delle operazioni a carattere fiscale effettuate da professionisti, lavoratori autonomi e titolari di partita IVA. In questo senso non sono mai mancati operazioni di monitoraggio per scovare irregolarità e incongruenza. L’informatizzazione e l’incrocio dei dati con altri soggetti, ad esempio con l’INPS, ma anche con banche e istituti creditizi hanno facilitato il compito del Fisco.

Ma ora si aggiunge uno strumento ulteriore che rende i controlli ancora più efficaci, esponendo i soggetti interessati a rischi elevati. Un passaggio definitivo è dato dall’introduzione della fatturazione elettronica, divenuta obbligatoria anche per i titolari di partita IVA con regime forfettario.
Partite IVA, che cosa attira le verifiche dell’Agenzia delle Entrate
Lo strumento del quale abbiamo accennato è l’Intelligenza Artificiale (IA) che consente un’analisi più approfondita di tutti gli elementi che compongono la fattura. Questi controlli avvengono addirittura in tempo reale confrontando le attività dichiarate dal contribuente con quanto riportato nella descrizione del documento.

Se dai controlli emergono delle incongruenze tra quanto riportato nella fattura e il codice ADECO del titolare dell’attività economica, si determina un allarme che fa partire le indagini. Quindi con l’Intelligenza Artificiale le capacità di individuare immediatamente situazioni sospette cresce notevolmente. L’obiettivo di tutte queste operazioni individuare spese non collegabili all’attività d’impresa.
A essere particolarmente esposte al pericolo di verifiche fiscali sono le piccole imprese, i freelance, gli studi individuali, gli artigiani, insomma quanti gestiscono in autonomia le operazioni fiscali senza la collaborazione di esperti professionisti del settore. Proprio questo genere di titolari di partita IVA più facilmente può incorrere in errori, inesattezze e incongruenze.
A determinare le attività di monitoraggio l’inerenza cioè il collegamento tra costi e detrazione o deduzione. Infatti solo i costi direttamente collegabili all’attività economica dell’impresa possono essere detratti o dedotti. Quindi una spesa non pertinente con il Codice ADECO è immediatamente segnalata e sottoposta a verifiche serrate dal Fisco. E se considerata irregolare, con tutte le conseguenze del caso.
Le sanzioni possono essere gravi: da quelle amministrative fino al 180 per cento dell’imposta non versata all’esclusione dall’IVA in detrazione e del costo per la deducibilità. Occorre mantenere separate le spese personali da quelle dell’azienda, aggiornare il codice ADECO in caso di ampliamento dell’attività, descrivere in maniera dettagliata le operazioni in fattura, conservare documenti e corrispondenza che comprovino la coerenza tra spese e attività aziendale.