Il tempo che deve passare per la prescrizione della TARI. Il calcolo dei termini da tenere in mente per evitare il pagamento.
La TARI o tassa sui rifiuti è la tassazione relativa alla raccolta, alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani in Italia. Serve a finanziare l’intero ciclo dei rifiuti ed è a carico dell’utilizzatore finale, cioè di cittadini e imprese. Nel dettaglio a pagarlo sono coloro che posseggono o detengono a qualsiasi titolo delle aeree scoperte o degli immobili che possono produrre rifiuti.

Quindi i proprietari o gli utilizzatori di immobili, negozi, terreni sono tenuti a versare questa tassa. Il costo della TARI è stabilito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, con un calcolo che prende in considerazione la superficie in metri quadrati dello e le persone che lo occupano. Le scadenze sono fissate dai Comuni e non versando la tassa nei tempi previsti si incorre in precise sanzioni.
Prescrizione della TARI, il modo per non sbagliare
A questo punto sorge una domanda: quando tempo deve passare prima che Comune, Agenzia delle Entrate Riscossione, Concessionario non possano più pretendere il versamento delle tassazione? La TARI come altre imposte o tasse ha un periodo di prescrizione, cioè un periodo indicato dalla legge entro il quale un soggetto ha il diritto di far valere un proprio diritto.

Quindi il Comune o l’Agente della Riscossione deve sollecitare o richiedere il pagamento della TARI entro uno specificato periodo. Scaduto il quale la tassa va in prescrizione e non si deve pagare, perché Comune o l’Agente della Riscossione hanno perso il diritto di esigerlo. La prescrizione inizia a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui la tassa era dovuta. Nel caso della TARI la prescrizione è di 5 anni, come per altri tributi locali.
Ma attenzione il termine di prescrizione può essere esteso a 10 anni se c’è una condanna giudiziaria al pagamento del tributo (per un ricorso perso ad esempio). Questi i termini consueti di prescrizioni. Ma ricordiamo la sospensione dei termini di prescrizione tra il 9 marzo 2020 e il 31 maggio 2021 per l’emergenza COVID. Il rinvio di 85 giorni è valido per i termini di prescrizione che erano in corso in quel periodo.
Oltre a questo caso occorre ricordare che i termini di prescrizione si interrompono e ricominciano daccapo tutte le volte che Comune o Agente della riscossione inviano un avviso di accertamento, una cartella esattoriale, un sollecito di pagamento, un’ingiunzione fiscale. Quindi se si riceve uno di questi atti prima dei 5 anni della prescrizione, il loro conteggio ricomincia dall’inizio.