Il decreto di correzione in materia di scaglioni e aliquote Irpef è stato approvato dal Governo: molti cittadini risparmieranno sino a 260 euro.
È stato approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto legge che apporta delle modifiche al calcolo dell’acconto Irpef per il 2025. In particolare, è stato corretto quanto stabilito dal Dlgs 216/2023 che prevedeva il passaggio da quattro a tre scaglioni, metodo reso strutturale dall’ultima Legge di Bilancio.
Il problema è sorto perché il vecchio secondo scaglione è stato inglobato dal primo stabilito dal nuovo metodo causando un aggravio fiscale su molti contribuenti che si sarebbero trovati a pagare importi maggiori rispetto al passato. Grazie al nuovo decreto, la situazione è stata risolta definitivamente e in molti risparmieranno sino a 260 euro.
Il decreto legge del 22 aprile 2025 ha messo definitivamente la parola fine al problema sorto dopo l’approvazione del Dlgs 216/2023 che introduceva un nuovo sistema di calcolo degli acconti Irpef con il passaggio da quattro scaglioni.
Il provvedimento, reso strutturale nell’ultima Manovra, difatti, ha introdotto i seguenti scaglioni con le relative aliquote: redditi fino 28mila euro, aliquota del 23%; redditi compresi tra 28mila e 50mila euro, 35%; redditi oltre i 50mila euro, 43%. In questo modo il vecchio secondo scaglione è stato inglobato nel primo previsto dal Dlgs 216/2023 con il conseguente aggravio fiscale per molti contribuenti che si sarebbero trovati a pagare importi non dovuti e superiori rispetto a quelli degli anni scorsi.
Per questo motivo, il Governo ha deciso di intervenire con il nuovo decreto, approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri. L’esecutivo ha uniformato il sistema di calcolo degli acconti a quello dell’imposta dovuta stabilendo che l’Irpef sarà del 2% in meno sulla parte eccedente dei redditi da 15mila euro sino a 28mila euro. Un intervento, finanziato con l’incremento di risorse pari a 245,5 milioni di euro, che permetterà agli interessati di risparmiare sino a 260 euro.
Le nuove disposizioni riguardano un’ampia platea, composta da lavoratori dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi che non adottano il regime forfettario. Questi si sarebbero trovati a versare in anticipo delle tasse non dovute, ma grazie al decreto la problematica è stata risolta.
Adesso, il Governo starebbe valutando anche delle modifiche per quanto riguarda il nuovo secondo scaglione (redditi compresi tra 28mila e 50mila euro). Si ipotizza una riduzione, anche in questo caso, del 2% con il passaggio dal 35 al 33% che permetterebbe un ulteriore risparmio di 440 euro.
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