Cosa cambia per i pensionati nell’anno in corso, le modifiche delle quali è necessario tener conto. Età e contributi gli elementi importanti.
Per i pensionati le novità non mancano mai e anche nel corso di quest’anno bisogna tener conto di alcuni importanti cambiamenti. Ricordiamo che i sistemi di calcolo dell’assegno pensionistico attualmente in vigore sono due: quello misto e il contributivo.

Se il primo prevede la stima di una parte della pensione con il sistema retributivo, molto più vantaggioso per il lavoratore, quello contributivo prevede che la pensione sia calcolata interamente con questa modalità. Ciò significa che per il lavoratore, i fattori da tenere in considerazione per sapere a quanto ammonta e come si determina la pensione, sono diversi.
Gli aggiornamenti per i pensionati nel 2025
Gli elementi di novità del 2025 riguardano una stretta sui requisiti per l’accesso alla pensione anticipata nelle sue diverse tipologie da quota 103, prorogata anche per quest’anno, a opzione donna, alle vari tipi di ingressi alla pensione per lavoratori con impieghi usuranti e gravosi.

Per le pensioni anticipate di tratta di un ulteriore stretta che si lega all’adeguamento dell’età pensionabile con le aspettative di vita. In altre parole si procede con un innalzamento dell’età pensionabile che certamente non farà felici i lavoratori che intendono servirsi di questo sistema. Anche la finestra di decorrenza è più lunga. È più lungo cioè il periodo di attesa del primo assegno dopo la presentazione e accettazione della domanda di pensione.
Uno smacco in più per molto lavoratori in procinto di andare in pensione. Qualcosa di analogo per Opzione donna con limitazioni sempre più stringenti per questa formula, d’altra parte sempre meno gettonata tra le lavoratrici in età pensionabile, soprattutto dopo l’obbligo del conteggio interamente contributivo della pensione, cosa che sfavorisce nettamente chi sta lasciando il lavoro ora.
Ricordiamo che gli elementi determinanti del sistema contributivo sono il montante contributivo e il coefficiente di trasformazione. Grazie a quest’ultimo valore il montante contributivo, cioè la somma per i contributi versata dal lavoratore durante la sua carriera professionale, viene trasformato nell’assegno che si riceve ogni mese. Da considerare che il coefficiente di trasformazione sale con il crescere dell’età di pensionamento.
Così più tardi si entra in pensione, maggiore è l’importo che si raggiunge mensilmente. Ciò non toglie che con un montante contributivo di 100mila euro, venti anni di contributi e 67 anni di età la pensione di vecchiaia a cui si può accedere consente una pensione mensile di 430 euro al mese, una somma estremamente bassa.