Così come per gli stipendi, anche le pensioni tra uomini e donne sono diverse, ancora oggi esiste il 36% di disparità: le percentuali.
Così come per gli stipendi, anche le pensioni tra uomini e donne sono diverse, e si evidenzia ancora oggi un divario netto di genere, con le donne che percepiscono un assegno mensile inferiore del 36%. Negli ultimi anni, il divario pensionistico nel nostro territorio è aumentato vertiginosamente, tanto da imporsi come il maggiore divario in tutta Europa. Ma da cosa dipende questo fenomeno?

Da diversi fattori, il primo dei quali è l’aumento della vita, che sottolinea un divario che affonda le radici nei decenni passati. Infatti, se oggi gli stipendi dei giovani tendono a essere molto simili tra donne e uomini, gli stipendi dei veterani, e anche le pensioni, godono ancora di questo enorme divario di genere. Se le pensioni degli uomini sono nettamente superiori a quelle delle donne, ovviamente è per via dello stipendio percepito durante gli anni di lavoro. Ma non è tutto qui.
Divario pensionistico in Italia, ancora troppo elevato tra uomini e donne, per quale motivo
Se la popolazione è sempre più longeva, aumenta anche il numero di pensionati sul territorio italiano, e quindi il divario di genere aumenta di conseguenza. Il fenomeno della disparità di pensioni tra uomini e donne è sempre rivelante, inoltre, le donne, che in media vivono di più rispetto agli uomini, soffrono maggiormente la povertà pensionistica.
Pensioni ridotte, basse pensioni, costringono migliaia di donne a vivere di stenti, molto di più rispetto agli uomini. In Europa, l’Italia vanta questo brutto primato di gender pension gap, come viene chiamato internazionalmente, e se nel periodo prepandemico la disparità si assestava sul 30% nella media Europa, in Italia era del 33,2%. Oggi, la media europea è salita a di un punto percentuale, in Italia di quasi 3 punti, arrivando al 36%.

Tradotto in denaro, se oltre venti anni fa, con l’ingresso dell’Euro, il divario era di poco meno di 4 mila euro l’anno, oggi ha superato i 6 mila euro l’anno, in media. Lo rivelano i dati forniti dall’INPS. In Italia è strutturato male il sistema pensionistico, lo affermano gli esperti di economia, dettato dal fatto che le donne tendono ad avere carriere più discontinue. Ovviamente, tali criteri si basano sulle fasce di età più avanzate. Oggi, il quadro cambia drasticamente per gli Under 50, figli di un’altra epoca e di un’altra società.
Divario salariale e pensionistico tra uomini e donne: all’Italia il primato peggiore
Bisogna dire che le pensioni sono anche calcolate in base allo stile di vita e al concetto della società di un tempo, con le donne chiamate a badare alla prole, a stare a casa, e con gli uomini chiamati a lavorare per portare il pane a casa. In questo contesto, le donne che hanno fatto le casalinghe o lavorato part time un’intera vita, percepiscono pensioni inferiori.

Non a caso, mano a mano che si scende con l’età, la disparità si assottiglia. Infine, si sottolinea anche la suddivisione dei ruoli sull’economia familiare. Donne nubili o uomini celibi percepiscono stipendi e pensioni maggiori di circa il 9%. L’effetto del matrimonio incide parecchio sulle spese e sul ruolo sociale della donna, costretta a lavorare a intermittenza per badare ai figli.
La soluzione al gap è complessa, occorrerebbe ridistribuire i ruoli familiari e i relativi carichi, rimodellare il sistema pensionistico e puntare su una maggiore flessibilità ed equilibro tra vita lavorativa e vita privata.